Guido Sodani
Studi per la Realizzazione
…"Gli Affreschi mantengono colore e trasparenze leggere per anni e secoli con immutata traduzione."…
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Giovanni di Borbone Due Sicilie
Il Maestro Guido Sodani incontra Giovanni di Borbone, cugino di Juan Carlos di Spagna; egli, colpito dagli affreschi, emozionato dai ricordi, scrive al Maestro alcune righe di ringraziamento sia per la scenografia, sia per il notevole fascino e colore della storia dei Borboni e la fine del Regno di Francesco II e Sofia a Gaeta.
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Premessa: La fine di un Regno
Le memorie dell’allucinante repressione dei primi fermenti “giacobini”, vento a spirare su Napoli e Roma per creare una tradizione rivoluzionaria e far fiorire la Democrazia
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Parete Grande
Il Chiostro affrescato è stato dipinto con oltre un centinaio di personaggi “an plein air”, direttamente dal vivo. Gli abiti indossati dai personaggi sono splendidi costumi del Teatro S. Carlo di Napoli insieme a gioielli, oggetti, argenti, cristalli, armi, pistole, fucili, feluche. Tazzine, trine e tovagliati autentici.
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Parete Piccola
Nel chiostro del quattrocento la “parete piccola” mostra, in basso, la “memoria storica”, e in alto un balcone al quale sono affacciati i giardinieri e una giovane ragazza che guarda verso la tavolata di Francesco II e la sua corte.
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Velario
L’altalena dei pulcinella tradotta dal Tiepolo, racconta le danze i canti e le tarantelle della “soldataglia” di Francesco II
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Volta
Come, in un corteo panatenaico, il "popolo" abbandona le proprie case distrutte dalla guerra portando con sè poche masserizie e indica i responsabili giù, verso la grande parete, nella tavolata con cena d’addio.
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Affreschi - "La fine dei Borboni"
Alla richiesta di affrescare tre pareti di un vecchio chiostro quattrocentesco restaurato, nasce un’invenzione pittorica del Maestro con una scenografia di notevole coreografia con punti di fuga incrociati e teatrali per colpire e sbigottire la gente.
Parete Grande
Parete Grande
Il Chiostro affrescato è stato dipinto con oltre un centinaio di personaggi “an plein air”, direttamente dal vivo. Gli abiti indossati dai personaggi sono splendidi costumi del Teatro S. Carlo di Napoli insieme a gioielli, oggetti, argenti, cristalli, armi, pistole, fucili, feluche. Tazzine, trine e tovagliati autentici.

L’invenzione pittorica del Maestro della Tavolata di Corte di Francesco II, la Regina Sofia ,il Cardinale e dignitari è tradotta con ironia mordace e sottolinea la “Fine di un Regno” con scenografia e coreografia pittorica. L’invenzione legata alla scenografia a punti di fuga teatrali e centrali con figure ricche di colore in primo piano dà risalto ai protagonisti del racconto. Infatti, il primo piano è ricco di virtuosismi pittorici: drappeggi, volti, sguardi, mani, sorrisi ironici, gioielli e divise. IL “Paseo de gratia” inventato dal Guarinelli torna con i ricordi attraverso la scenografia pittorica del Maestro in un tutt’uno nel racconto de “La cena d’addio di Francesco II”:

Colpiscono i primi piani dei cittadini con sguardi drammatici, vigorosi e ricchi di colore, intorno alle loro poche cose rimaste; sgomenta il senso del “vuoto” e i perché della guerra, evidenziati nel neorealismo pittorico di Sodani in contrasto con la tavolata di Francesco II con dame e gioielli, gli ufficiali e il rappresentante del Clero. I ritratti dei “cittadini” gaetani sono dipinti con vigore drammatico per la guerra, con case distrutte e la campagna abbandonata e bruciata, con colore trasparente e pastoso, con ritratti di bambini e nonne dipinti in primo piano con gli occhi feriti, duri e amari.

Colpisce, ancora, il “pulcinella” con il suo piatto vuoto ai piedi di Francesco II, che impugna un “Micheletto” in un gesto di ribellione verso i cortigiani e “l’imbelle” Francesco II (, la Regina Sofia , da parte sua, partorisce due gemelle nel rapporto con un capitano degli Ussari, che furono chiuse in convento).La scenografia della Corte di Francesco II è ricca d' ironia mordace con “pulcinella” che getta la maschera di Masaniello contro la guerra, distruzione e morte dei cittadini.

Gli affreschi sono tradotti con coreografia in contrapposizione con colore corposo, scintillante, luminoso. L’eleganza delle divise e lo scintillio dei gioielli, dei vestiti e lo sfarzo della Corte, delle dame della Regina e il Cardinale sottolinea il Potere con il “vuoto” socio-culturale e sociale e con la più ampia corruzione diffusa alla corte dei Borboni e della soldataglia che colpì l’anelito con la fine della Repubblica Napoletana.
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