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ItaliaTurismo (1993)
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Ottobre,
"…affreschi alle pareti con la storia della città raccontata dal bravo Guido Sodani - ritrattista romano - che ha saputo comporre un ottimo complesso pittorico, in un luogo quattrocentesco, con oltre cento personaggi…"
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Incontri Ravvicinati con Francesco II (0)
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Dante Pignatiello Gaeta
GAETA / A tavola con IL Re delle Due Sicilie
Gaeta – Malgrado le carenze strutturali pubbliche, si arricchisce sempre più a Gaeta ol potenziale della ricettività e dell’ospitalità qualificata.
Una immagine nuova, quasi ricercata, della città, sta emergendo infatti nel settore turistico, per favorire incontri ravvicinati alla storia e alla cultura, con interventi notevoli di ammodernamento delle strutture alberghiere, balneari e dei locali pubblici in genere, molti dei quali sono divenuti veri poli di attrazione per l’intero Basso Lazio. Tra i molti richiami suggestivi, che offre specialmente il quartiere Medioevale, si annovera da qualche giorno un nuovo motivo. Nel cuore del centro storico si può ora andare a tavola con Francesco II e Maria Sofia di Borbone, l’ultimo Re e l’ultima Regina del Regno delle Due Sicilie, in un particolare ambiente d’epoca riscoperto con una interessante iniziativa imprenditoriale, realizzata con una riuscita operazione di recupero architettonico, storico e socio-culturale.
L’iniziativa di grosso impegno è quella che ha dischiuso al pubblico l’enclave di un chiostro quattrocentesco nell’”Antico Vico” di Piazza del Cavallo, ristrutturato a luogo d’incontro, per stare insieme, nella cornice di suggestioni d’altri tempi, cariche di memorie antiche. Ridisegnato da un puntuale restauro dell’Architetto Francesca Di Mille, l”Antico Vico” è stato arricchito da un grande affresco a tutto campo che riporta le vicende storiche della città dal 1860 ad oggi, dall’addio di Francesco II, col trapasso dal Regno delle Due Sicilie all’Unità d’Italia, agli avvenimenti che hanno portato alle trasformazioni sociali e culturali della città.
Autore dell’allegoria pittorica, di grosso spessore artistico, è il Maestro Guido Sodani che, con un racconto traduttivo di presenze d’epoca e di attualità, rievoca la realtà del passato e del presente di una Gaeta da riscoprire, con la ricerca di matrici e di radici lontane che si diramano dalla sua stori di città emblematica del meridione italiano.
“L’Antico Vico” è stato riscoperto da un’iniziativa imprenditoriale di un gruppo di operatori economici, tra i quali sono Cosimo Vaudo, Enzo Zottola, Marco Violati Michele Fanelli.
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Graffiti d’epoca e squarci dei nostri giorni (0)
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Dante Pignatiello Gaeta
GAETA / Dall’assedio del 1860 agli episodi degli anni novanta
La storia della città “raccontata” da Sodani.
Gaeta – Una principessa di sangue reale, un docente universitario, ed altri noti personaggi della città, in posa a Gaeta per la realizzazione di un’opera pittorica che decorerà le pareti, le volte e gli archi di un ambiente del Quartiere Medioevale, oggetto di un interessante recupero socio-storico-culturale, nel quale verrà allestito un ritrovo “in”, destinato a fungere da polo d’attrazione e da immagine propositiva della città, nel quadro di una grossa operazione di rilancio, ad alti livelli, del turismo nel litorale meridionale del Lazio.
Promotore dell’iniziativa un gruppo di sponsor mecenati, che hanno affidato al Maestro Guido Sodani l’incarico per la realizzazione di un affresco a tutto campo, con oltre cento personaggi, di un’epoca che va dal 1860/61 – gli anni dell’Assedio di Gaeta che concluse l’Unità d’Italia – ad oggi.
L’artista, noto ritrattista romano da molti anni cittadino gaetano d’elezione, sta portando a termine in questi giorni il complesso disegno pittorico di una allegoria storico-sociale che, partendo dagli episodi dell’Assedio, giunge fino ad oggi, con la rappresentazione scenica di avvenimenti che collegano il passato della città al presente, nel contrasto di società diverse – da quelle regali a quelle popolari – e con richiami sociologici ad un divenire ancora tutto da scoprire.
E’ il racconto vivido dei trapassi storici di una città sospesa tra ricordi di “grandeur” e di vicissitudini popolari, visto con una retrospettiva critica, carica di suggestioni e di interpretazioni, che fanno dell’opera del Maestro Sodani un testo di lettura della vita e dell’anima della città, in un emblematico ritratto dei suoi tempi e dei suoi costumi.
Per dare un volto ai numerosi personaggi dell’allegoria, hanno posato figure vere della realtà popolare gaetana ed esponenti di rango. Tra questi la principessina Anna Capece – Minatolo, nella rappresentazione dell’ultima Regina di Napoli ( Maria Sofia di Wittelsbach ), il prof. Luigi Cardi ( in quella di un alto prelato di corte ) mentre ha dato sembianze al Re Francesco II di Borbone l’assessore al turismo Enzo Zottola.
Altri personaggi sono stati interpretati da Enrico D’Ischia, Cosimino Vaudo e Sevi Scafetta. Molti altri i volti dei popolani della città che fanno da corona al racconto pittorico di Guido Sodani. Un lavoro destinato a suscitare grande interesse – non solo artistico – e a richiamare l’attenzione nazionale sul centro storico di Gaeta, come quelle già acquisite di Federico Zeri, di Vittorio Sgarbi e della RAI.
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Un Borbone sulla scia delle radici dinastiche (1991)
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Dante Pignatiello 22 Maggio, Gaeta
GAETA / La storia del Regno delle Due Sicilie dipinta da Sodani
Gaeta – E’ stato un momento di riscoperta di memorie e di luoghi aviti, un ritorno simbolico ad una città-emblema di una dinastia, una ricerca di radici lontane, un tuffo nella storia, l’incontro estemporaneo di Giovanni di Borbone delle Due Sicilie con Gaeta, avvenuto in un giorno che la città ricorda come uno dei suoi anniversari ciclici: quello della liberazione del 1944.
L’occasione: l’anteprima della “vernice” degli affreschi che il Maestro Guido Sodani sta portando a termine in un ambiente del quartiere medioevale, nel cuore del centro storico, carico dei segni di presenze antiche che l’allegoria pittorica farà rivivere sulle pareti e sulle volte del “Vico del Cavallo” di Gaeta. Proprio il racconto di Guido Sodani ha riportato un Borbone sulle orme dei suoi avi, a rimeditare sulla storia scritta e quella non scritta, di una città crocevia di un regno tramontato sulle sue mura. Giovanni di Borbone, nipote di Alfonso di Borbone, pronipote di Ferdinando II Re delle Due Sicilie, e cugino di Juan carlos di Spagna, nel suo incontro con Gaeta non ha nascosto la sua emozione ed i suoi sentimenti. Più diplomatico che regale, ha sentito rivivere un passato che ha rievocato anche umane nostalgie. Parlando dell’ultimo Re regnante della sua dinastia, ha detto: “Francesco II e Gaeta sono una cosa sola. La sua storia comincia e finisce a Gaeta, con la sua gloria e con la conclusione del suo regno”. Ma dicendo “finisce” ha anteposto un “forse” che potrebbe dare continuità ad una storia ancora da scrivere. “Quello che non finirà mai – ha aggiunto – è il legame dei Borboni con Gaeta, i cui ricordi costituiscono l’essenza della loro anima, della loro vita, con l’amore verso una terra, verso una gente e verso luoghi che dettero alla loro dinastia la possibilità di essere quelli che furono, che sono sempre stati, e che sono tuttora”.
Giovanni di Borbone, giunto a Gaeta in privato accompagnato dal Marchese Achille Di Lorenzo, Maggiordomo della Casa Reale, è stato accolto ed ospitato dal Maestro Guido Sodani, dagli anfitrioni del “Vico del Cavallo”, Enzo Zottola e Cosimino Vaudo, e guidato da Sevi Scafetta.
Sulle pareti affrescate, il discendente degli ultimi Re delle Due Sicilie ha riletto le vicende di Francesco II e della Regina Maria Sofia e quelle dell’assedio di Gaeta del 1861, collegate in un racconto ideale col presente, nel contrasto tra società ed epoche diverse, che è un ritratto dei tempi, dei costumi e della storia della città.
Giovanni di Borbone ha indugiato sulle espressioni dei volti dei personaggi dell’allegoria, rivivendo i racconti di famiglia legati al nome di Gaeta. Un “nome caro”, carico di ricordi e di nostalgie, nel quale si identifica la storia infinita di una città e di una dinastia che guardano al futuro con la mente della memoria. Un ritorno al passato tutto ancora da riscoprire.
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Meridiano d'Italia (1953)
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Osvaldo Scaccia 13 Dicembre, Roma
Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura, chè la diritta via era smarrita. Ahi quanto a dir qual era è cosa dura esta selva selvaggia e aspra e forte che nel pensier rinova la paura!
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Guido Sodani |
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GUIDO SODANI è nato a ROMA nel 1933, si è diplomato all’Accademia di Belle Arti di Via Ripetta, è Membro dell’Accademia Latina e dell'Accademia di S. Luca.
Con oltre un centinaio di Mostre Personali in Italia e all’Estero, presenze alla Biennale di Venezia, alla Triennale e Quadriennale, in Rassegne Nazionali ed Estere accanto ai nomi più prestigiosi della Pittura Contemporanea, con opere in Pinacoteche, Collezioni Pubbliche e Private, GUIDO SODANI è tra i più noti Ritrattisti Italiani contemporanei e, Valerio Mariani lo pone sullo stesso piano di Boldini e Annigoni.
Ironico e incisivo, GUIDO SODANI indaga sulla società contemporanea in un affresco graffiante, firmando Via Veneto Anni Sessanta, Roma Barocca 1972, I Silenzi di Venezia - Calli e Campielli 1972, la Roma delle Borgate 1973-74, Roma dal Granicolo a Villa Miani 74, la Cartella grafica del processo Locked 77, I Volti della Repubblica Nenni – Togliatti – Parri 77, Gaeta una città che muore 79, I Vecchi e i Giovani 1980, Il Murale dell’Aristofane di Roma 1980, Paesaggi Gaetani 1980 – 82, I Sonetti di Gioacchino Belli 1985, La Deposizione 1988, gli Affreschi de "L’Addio di Francesco II" a Gaeta, oltre a splendidi ritratti di una società decadente della jet-society, dei salotti bene e di Curia, dal 1958 al 1994, e di incisivi volti di popolane della vecchia Roma e dei borghi, e di inquietanti volti della società di oggi: "Vecchi in Ospizio" e "Si muore di droga 1981 – 84" in un'analisi attenta, intelligente e sottile.
Gli studi preparatori di GUIDO SODANI per l'ampio lavoro della Deposizione del S. Michele Arcangelo in Planciano (m. 1,20 x 2,40) e gli studi preparatori dei cartoni d'affresco delle Cappelle Laterali della Chiesa Gaetana ci danno la misura della qualità umana e morale del vero Artista che deve essere "padrone di tutte le cose che possono cadere in pensiero dell'uomo" (Leonardo).
La Pala d'Altare è stata esposta all'Expo Arte di Bari, ed in seguito è stata esposta alla Cattedrale durante la visita del Papa che vi sostò in pregheria; oggi la Deposizione è patrimonio Militare dell'Esercito della Difesa nella Chiesa di Sulmona.
Il ritratto di Giovanni Paolo II oggi è in Vaticano esegueto dal maestro GUIDO SODANI a guache 50 x 70 e donato all'Acrivescovato di Gaeta in occasione della visita di Giovanni Paolo II.
"L'Addio di Francesco II" è un affresco "tradotto" direttamente sul tonachino, dal vivo, "en plaine air" "per colpire e stupire la gente" con il racconto della fine del Regno dei Borboni legato a Gaeta e alla Regina Sofia.
Gli affreschi del Maestro GUIDO SODANI raccontano con scenografia notevole e coreografia, della guerra, l'abbandono, le case distrutte, la povera gente, i vecchi, le donne, i bambini, la povertà, la "fame", le masserie, in contrapposizione alla "corte", la tavolata, gli ufficiali, le dame della Regina, i broccati, le sete, i gioielli, le porcellane, i cristalli e lo champagne, in un tutt'uno di un racconto a tutto tondo ricco di colore e trasparenze dal volto corposo, legato a invenzioni scenografiche eleganti e prospettive coreografiche.
Nel 1991 Giovanni Borbone firma una lettera olografa al Maestro GUIDO SODANI, per "la storia del ducato raccontato dall'Artista con affreschi e ironia della fine del Regno del 1861..." e la storia si ripete con i sogni dei ducati e le "grandeur".
L'Assessorato alla Cultura di Fossanova, 11 Luglio - 4 Ottobre 1992, il Maestro GUIDO SODANI è invitato a presentare ritratti importanti e significativi esposti nella sala Capitolare dell'Abbazia cistercenze di Fossanova.
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